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giovedì 27 novembre 2014

STORIA DEL DESIGN

Ecco 5 VIDEOLEZIONI di Renato De Fusco tratte dal suo libro "Storia del design" 
Testo di riferimento del corso di DESIGN E COMUNICAZIONE VISIVA tenuto al Politecnico di Torino.




Clicca qui per vedere e ascoltare le 5 videolezioni in serie su youtube

o prosegui la visione della pagina:
per guardare i video uno alla volta o per leggere la sintesi della lezione.




1/5. Introduzione alle lezioni



Cos'è il design?
Il Design è un'arte nuova, il proseguimento del vecchio artigianato.

Design in inglese significa progettazione, e questo termine in inglese
viene usato per la progettazione di qualsiasi cosa.
Da noi invece il design si riferisce più all'industrial design.
Ovvero agli oggetti prodotti industrialmente, quindi al design manufatturiero.

Il design non si può attribuire alla moda o ai servizi, ma fa parte della cultura materiale, è da attribuirsi al campo manufatturiero.

Quando nasce il design?
Il design nasce con la rivoluzione industriale, che va da circa metà settecento a metà ottocento, periodo comunque molto discutibile.

Il pensiero filosofico passò dall'alta filosofia (concetti, sillogismi) ad una filosofia positiva, ovvero accertare la verità con l'esperienza, (il verificato), filosofia pratica.

Questa svolta portò a due cose:

La prima, un piano politico-culturale che portò al liberalismo, al capitalismo, all'industrialismo;
e ad un piano materiale che porto all'invenzione di nuovi macchinari.

Questi fecero sì che tutto ciò che precedentemente fosse prodotto a mano, artigianalmente, venne sostituito dalle macchine, molto costose, sia nella fabbricazione che nella commercializzazione.
Chi iniziava un impresa, doveva accertarsi che queste macchine producessero in un tempo utile il recupero della spesa iniziale.

Questa esigenza di tipo economica venne affrontata quantificando al massimo la produzione.
Se la macchina produceva pochi oggetti non ripagava della spesa, mentre producendone molti si riusciva ad ammortizzare il capitale utilizzato.

Quindi capitalismo come gioco fra economia d'impianto dell'impresa e
il profitto della vendita dei prodotti.

Da qui nasce un trinomio:
qualità, oggetti validi e buoni per il pubblico;
quantità, ammortizzamento del capitale;
basso prezzo, maggior incentivo.

Il nuovo target
I nuovi acquirenti erano le popolazioni che si spostarono dalla campagna alla città.
Le città si affollarono, e con l'urbanizzazione la cultura contadina fu soppiantata dalla cultura industriale.

Il modello lo si trova in Inghilterra. Nella famiglia rurale, le donne lavoravano al telaio
e gli uomini la terra. Quando si scoprì che era più vantaggioso lavorare alle manifatture, gli uomini si occuparono dei lavori femminili e la manifattura si concentrò nei centri abitati, piuttosto che isolarsi in campagna.
La conseguenza fu la crisi della produzione agricola e un'ipertrofia della produzione industriale.

Questa gente di periferia era poco educata al gusto "moderno" della città che progrediva, e l'industria per venire incontro al semplicismo dei nuovi acquirenti cominciò a produrre oggetti di scarso valore qualitativo.


Il primo intoppo quindi fu andare incontro al gusto di questa gente, ricopiando oggetti del passato.
Appena nata questa nuova attività si ebbe un revival, ma al contrario degli artigiani che li facevano bene, l'industria li faceva male.

L'art & crafts
Il movimento art & crafts, nato da William Morris, insieme ad altri come Plugin e John Ruskin, fu fondato per opporsi proprio all'industrializzazione.

Questo movimento produsse una moda, ma non riuscì a vincere contro l'impresa e il pubblico, e lo stesso Morris capì che bisognava non ostacolare la macchina ma andarle incontro, qualificando questi nuovi prodotti attraverso una qualità estetica.

La massa privilegiava oggetti del settecento, Morris privilegiava il medioevo per il contenuto, non per la forma.
L'azione di questo movimento ebbe grande importanza, e mentre qualificavano questa impresa industriale, si dedicarono alle arti applicate, alle arti manufatturiere del design, all'arricchimento di gente qualificata nel settore del design.
Dall'Inghilterra passa questo principio di riqualificazione.

Great exhibition of  London 1851
A londra si svolse la prima mostra universale degli oggetti. Si ebbe una svolta importantissima,
si confrontarono diverse imprese provenienti da tutto il mondo.
Qui si scoprì l'America. Furono fatti grossi passi avanti nel campo della meccanizzazione.

Il vero e proprio stile moderno si ebbe con l'art nouveau, che rifiutava gli stili del passato per cercare uno stile nuovo.
Questi primi oggetti industriali e moderni ebbero una grossa popolarità e diffusione per via della partecipazione delle classi inferiori. La prima guerra mondiale stroncò sul nascere questo movimento.

Dopo la prima guerra mondiale la popolazione ebbe una grande esigenza di alloggi, distrutti dalla guerra, e come dopo ogni guerra si ebbe una rinascita.
Si parla di capitalismo non tanto legato all'industria manufatturiera, ma di architettura, razionalista.

Negli anni 20-30 l'architettura si impegna soprattutto nell'edilizia popolare, ed in un secondo momento si ebbe un abbandono degli eccessi decorativi dell'art nouveau, per concentrarsi maggiormente sulla funzione. Razionalismo e funzione diventano quasi sinonimi, si ha una semplificazione degli oggetti.
Ancora oggi si vede questo stile di semplicità ed essenzialità dei prodotti industriali.









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